Invito a Pranzo Con Un Piccolo Segreto Tra Le Gambe

Invito A Pranzo Con Un Piccolo Segreto Tra le Gambe

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Era un giovedì di maggio, uno di quei giorni in cui il sole splende alto e tutto sembra possibile. Mi preparo per un invito a pranzo su una delle più belle terrazze romane. Non si tratta di un pranzo normale ovviamente ma di un invito speciale e fantasioso in cui il godimento comincia molto tempo prima del previsto. Decido di indossare un vestitino un po’ largo di colore fuxia, un cappello a larghe falde per difendere dal sole la mia pelle diafana e tacchi su cui incedere fiera …Ultimo dettaglio …un gioco segreto da nascondere nel posto più segreto e più profano, con un telecomando che ne modulava il ritmo, la vibrazione sapendo che mi avrebbe stimolata in modo da far godere non solo il mio palato durante il pranzo, ma tutto il mio essere. mente e corpo in egual misura.

Già molto divertita ed eccitata mi accingo a chiamare un taxi per raggiungere il luogo dell’appuntamento. Solo il camminare su quei tacchi dalla camera alla porta di casa mi fa provare sensazioni nuove e ammalianti… quel piccolo oggetto dentro di me che si muove al ritmo dei miei passi mi fa colorire le guance e aumentare il respiro. Non oso immaginare come sarò fra un paio d’ore.

Con quel cappello a larghe falde e quel vestitino largo sembro una diva d’altri tempi, una bambola uscita da un film in bianco e nero. La gonna ondeggia ad ogni passo e i tacchi alti mi rendono più fiera e consapevole di ogni sguardo che attiro. Il mio viso è illuminato da un sorriso e dagli occhi ridenti per il piccolo segreto che nascondo e per l’avventura che mi accingo a vivere.

Seduta in taxi in viaggio verso la terrazza ho un po’ di sollievo come se il gioco fosse una presenza silenziosa, un fantasma che mi accompagna nella mia avventura. Noto che il tassista lancia occhiate furtive, forse incuriosito dal mio vestito o più probabilmente dal rossore sul mio viso così in contrasto con la mia carnagione. Cerca di scambiare qualche parola leggera, ignaro del mio gioco segreto e della mia natura. Io rispondo distrattamente, troppo presa dai miei pensieri clandestini e da cosa mi aspetta per il resto del pomeriggio. La mia eccitazione continua a salire e devo frenarmi dallo strusciare le gambe insieme per trovare un po’ di sollievo da quella dolce tortura, conscia degli sguardi non tanto indiscreti del mio autista…. mi sento potente, libera di essere me stessa senza freni e inibizioni.

Quando arrivo a destinazione pago e saluto il tassista con un sorriso malizioso, come a voler aumentare la sua curiosità. Scendo dal taxi e la persona che mi attende rimane senza fiato e mi fa un sorriso che a stento il suo volto è in grado di contenere. Ci salutiamo con due baci sulla guancia e ne approfitto per consegnargli il telecomando del gioco con un occhiolino, per confermare che avevo esaudito il suo desiderio. Ormai siamo i protagonisti del nostro magico film. Ci sediamo al tavolo e con un cenno impercettibile della testa lascio intendere che il nostro gioco può finalmente avere inizio. La mia eccitazione non fa che aumentare appena sento quelle leggere vibrazioni nel posto più proibito e intimo. Seduti al tavolo arriva l’imbarazzante ed eccitante momento di ordinare. L’eccitazione del mio segreto batte di gran lunga il timore che il cameriere possa sentire quel leggero ronzio che proviene dalle mie gambe, per non farsi mancare nulla il mio accompagnatore aumenta di un livello l’intensità delle vibrazioni. Quell’improvviso aumento, seppur leggero, mi costringe a trattenere un gemito di stupore e godimento. Continuiamo così a questo ritmo fino all’arrivo di ostriche, pesce crudo e un prosecco che pizzica le labbra, parliamo di viaggi lontani e futuri sogni contemplando il panorama mozzafiato di quella terrazza unica. Io chiedo più di una volta , con un sorriso malizioso e una leccata di labbra, di alzare il ritmo, di renderlo sempre più eccitante, di sentire quelle vibrazioni non solo nel mio culo ma anche nella mia testa, senza mai andare troppo oltre ma rimanendo sempre con una costante eccitazione. Perché quella complicità leggera e intensa mi fa sentire incredibilmente bene. Con un po’ di stupore noto che non provo alcun fastidio ma solo grande divertimento e intenso piacere. Sento le mie mutandine sempre più bagnate tanto da non vedere l’ora di togliermele, la mia femminilità reclama sollievo da quella affascinante tortura. Più di una volta penso di alzarmi per andare in bagno e trovare la completezza, magari accompagnata magari no, ma resisto non ancora stanca del nostro gioco.

Il pranzo prosegue con un pinzimonio croccante e un’orata perfetta, prima di concludere con fragoline dolci, un preludio delicato a ciò che sarebbe venuto dopo.

Soddisfatti nel palato e stimolati a voler finalmente gustarci a pieno i nostri desideri carnali, ci avviamo verso una suite con grandi specchi che catturano ogni riflesso di luce e movimento. L’ambiente sembra fatto apposta per accendere ogni senso. Io, già sensibile ad ogni minimo stimolo, sento il piccolo complice rispondere con dolcezza e con costanza all’emozione che cresce dentro di me. Ormai sono come una corda di violino, la mia vagina pronta ad esplodere nell’apice del piacere con il minimo stimolo, ed è così che entriamo in camera. Subito mi avvicino alla finestra per ammirare la vista, mentre lui mi raggiunge da dietro e mi solleva la gonna in un gesto che scioglie ogni inibizione. Con le dita sposta le mie mutandine fradicie dei miei umori e mentre porta al massimo il ritmo del giocattolo, mi sfiora con due dita il clitoride. L’orgasmo arriva immediato, una sinfonia di sensazioni che si mischiavano alla luce, ai riflessi, a quel gioco invisibile e irresistibile; le gambe sono leggermente tremanti, la bocca aperta in segno di massimo piacere, le mani si aggrappano alla finestra e il culo si stringe ritmicamente intorno a quell’oggetto piccolo, ingombrante ma che mi ha fatto provare cose inaspettate.

Poi ci liberiamo dei nostri vestiti, ormai inutili impedimenti per quello che entrambi desideriamo. Ci spostiamo sul letto circondato da specchi comincio a condurre le danze come amo fare, super eccitata dalla emozioni appena vissute. Ed è un ballo magnifico, pieno di lussuria, a momenti lento e a momenti frenetico. Godiamo insieme in tutti i modi e le posizioni, con la mente e con il corpo. Il tempo sembra passare veloce come non finire mai, tutti e due persi in quel luogo sospeso tra realtà e desiderio, io sono padrona del mio piacere e guido il suo per soddisfare ogni capriccio, in un ballo senza fine di emozioni e passione….. E con un nuovo amichetto da usare nuovamente per giornate come questa…

Firenze: una seconda casa e il simbolo di una filosofia di vita.

Firenze: Una Seconda Casa E Il Simbolo Di Una Filosofia Di Vita

Firenze è per me molto più di una semplice città da visitare. È una seconda casa. Un luogo in cui torno sempre con piacere, che conosco quasi in ogni angolo e che sento mio profondamente. Ci sono stata in tour per anni, ho vissuto tante esperienze diverse in tante zone belle e centrali, ognuna con la sua atmosfera e i suoi piccoli mondi nascosti. Ma oggi voglio partire dall’ultima esperienza, perché si è sorprendentemente – e meravigliosamente – intrecciata con il mio motto personale, quello che ho scelto per rappresentarmi: “Chi vuol esser lieto sia, di doman non v’è certezza”, le parole di Lorenzo il Magnifico.

Firenze mi incanta ogni volta. Amo lo spirito scanzonato e goliardico dei fiorentini, la loro capacità di vivere con ironia e stile. Riescono a rendere ogni situazione un piccolo sketch teatrale, con quell’umorismo acuto che ti spiazza e ti conquista. È uno dei motivi per cui mi sento così in sintonia con questa città: mi riconosco in quel modo leggero ma profondo di affrontare la vita.

Ma Firenze è anche eleganza pura. Non una raffinatezza ostentata, ma qualcosa che si respira nei gesti, nei dettagli, nel modo di vestire, nel parlare, nel vivere. Passeggiare tra le sue vie è come sfogliare le pagine di un libro d’arte: palazzi rinascimentali, scorci che sembrano dipinti, luci calde che al tramonto avvolgono tutto in un’atmosfera dorata. Ogni volta che cammino per il centro, mi sento parte di un’opera d’arte in movimento.

E poi, ovviamente, c’è il cibo. La cucina fiorentina è un piacere per il palato e per l’anima. Mi piace scoprire trattorie nascoste, osterie autentiche, ristoranti dove il tempo sembra essersi fermato. La bistecca alla fiorentina, la ribollita, i crostini… sono piatti che raccontano una tradizione sincera e saporita, e ogni morso è un piccolo ritorno a casa. Mi piace gustarli in compagnia, condividere una bottiglia di vino rosso toscano e lasciarmi andare a chiacchiere lente, risate, sguardi.

Ma torniamo a questa ultima esperienza. Dopo un incontro fantasioso e bollente vissuto nella tarda mattinata, una persona durante il pranzo in un posto elegante mi  informa del fatto che il Cinema Teatro Odeon, un posto che conoscevo ma dove non mettevo piede da anni, era stato sapientemente ristrutturato e che meritava una visita.E come al solito ,nella migliore delle mie tradizioni,appena possibile colgo l’attimo e lo vado a vedere in un momento libero che mi sono sono ritagliata nel tardo pomeriggio. Appena entrata subito mi colpisce .Salendo, mi sono ritrovata davanti al sipario, e lì ho letto la frase che mi ha tolto il fiato: “Chi vuol esser lieto sia, di doman non v’è certezza.” Esattamente il mio motto,ripreso da Lorenzo il Magnifico. Una meravigliosa coincidenza, che mi ha dato i brividi. Come se in quel momento Firenze mi stesse parlando direttamente, dicendomi: “Sì, sei nel posto giusto e come puoi vedere io mi rispecchio nella tua mente e nel tuo cuore,la penso proprio come te “

Non ho potuto trattenermi a lungo quella sera. Dovevo rientrare: una persona mi stava aspettando per un nuovo gioco in cui avrei interpretato una cameriera maliziosa pronta a sedurre il suo affascinante signore per poi invertire il ruolo e dirigere lei la danza del piacere . L’ attrazione verso quel luogo è rimasta fortissima. Il fascino non era solo nel teatro, ma anche nella libreria annessa. Mi ero soffermata a guardare gli ultimi titoli sugli scaffali, a toccare le copertine, a lasciarmi ispirare. Mi immaginavo già lì in una prossima occasione, invitata a una serata speciale. Mi vedevo entrare con un tubino nero aderente, sotto il quale avrei indossato solo autoreggenti, senza mutandine, pronta a vivere una serata elegante e sensuale.

Avrei iniziato sfiorando lentamente i libri, cercando un titolo evocativo, intrigante. Magari un romanzo denso di sottintesi, di suggestioni. Poi, una volta scelta l’opera, mi sarei accomodata in sala, in quel contesto meraviglioso, con le luci soffuse, gli stucchi, la storia tutt’intorno. Accanto a me, qualcuno di complice, pronto a sfiorarmi timidamente, poi sempre meno timidamente, mentre scorrevano le immagini sullo schermo. Una carezza, un respiro, uno scambio silenzioso. E intanto, sopra di noi, proiettato in alto, il mio motto: “Chi vuol esser lieto sia”… quasi a benedire quella serata.

Mi sono portata via quella scena nella mente, come un piccolo sogno da realizzare presto. Perché Firenze, per me, è anche questo: una città che stimola i sensi, la fantasia, i desideri. Una città dove si può vivere il bello in tutte le sue sfumature, senza filtri.

Per me Firenze non è solo un luogo fisico. È una vibrazione dell’anima. È dove mi sento me stessa, accolta e ispirata.

E quindi sì, chi vuol esser lieto sia. E io a Firenze, lieta, lo sono davvero.

Nel buio di un palco segreto tra le braccia calde della Sicilia

Nel buio di un palco segreto tra le braccia calde della Sicilia

 

La mia passione per la cultura, l’arte e lo spettacolo mi spinge spesso a viaggiare, alla ricerca di nuovi stimoli e avventure. Il mio viaggio a Palermo era perfetto per unire l’utile al dilettevole: tre giorni di pausa dal lavoro per godermi appieno il clima, i colori, gli odori, i sapori, la bellezza e il calore umano della città e dei suoi abitanti.
La Sicilia è la mia isola del piacere, il mio rifugio di meraviglia e desiderio. La amo in modo viscerale, come si ama un corpo che si conosce bene, ma che riesce sempre a sorprendere.

Avevo già respirato la sua anima a Catania, con il nero vivo delle pietre laviche che raccontano la potenza dell’Etna. Non dimenticherò mai le emozioni che mi suscitò quel vulcano, così come anche il Vesuvio. Sarà per il mio animo inquieto e incandescente al tempo stesso ..ma i vulcani mi hanno sempre lasciato un segno indelebile.
Ad Agrigento avevo camminato tra le colonne della Valle dei Templi, baciata dal sole che filtrava tra i resti immortali dell’antica Grecia: Hera, Zeus, Eracle… ogni rovina vibrava come se fosse viva.
A Taormina, invece, mi ero lasciata sedurre dalla magia del Teatro Antico, sospeso tra cielo e mare: l’Etna sullo sfondo e io, al centro della scena spettatrice e protagonista insieme .E ancora Siracusa,gli spettacoli al teatro greco,Marzanemi e i suoi pescatori ,Ragusa ,Noto ….
Ora a Palermo la primavera era alle porte .Io camminavo per le vie e sguardi indiscreti si posavano su di me: ero io la loro cortigiana segreta, la loro ossessione notturna; colei che li attendeva tra cuscini e gemiti, nascosta agli occhi del mondo ma impressa nei loro pensieri.

Era la mia seconda esperienza a Palermo.La prima volta era stato alcuni anni prima in una calda estate. In quella occasione avevo il ruolo di dolce e trasgressiva accompagnatrice, ora una libera avventuriera. Decisi di non lasciarmi sfuggire l’occasione di andare a vedere uno spettacolo al teatro Massimo. In realtà ogni volta che visito una città cerco sempre di esplorarne anche i teatri, meglio ancora se ci sono spettacoli. Devo dire che ho già avuto la fortuna di visitare i più famosi teatri d’Italia e d’Europa. Devo questa passione ad una educazione familiare coltivata poi anche nei miei studi e nelle mie esperienze successive. Anni fa avevo visitato il teatro Massimo di Palermo di giorno e ora finalmente avevo l’opportunità di entrarci di sera e chiaramente come nella migliore delle tradizioni per me ho “colto l’attimo “.
Era uno spettacolo non molto attrattivo in quanto allestito da dilettanti ma questo aveva poca importanza poiché ogni mia serata a teatro riesce a diventare un rito erotico ..

Scelsi con cura il mio abito. Nero, raffinato e aderente… e con una scollatura che lasciava poco all’immaginazione ; ai piedi , tacchi neri altissimi ; sulle labbra un rosso fuoco.
Guardandomi allo specchio, un brivido mi percorse la schiena. Quel vestito meritava un segreto. Così decisi di non indossare nulla sotto. Volevo sentire tutto: il contatto, la tensione, l’aria sulla pelle nuda.

Con uno scialle bianco appena poggiato sulle spalle, uscii. Camminando verso il teatro, sentivo gli sguardi aderirmi addosso come mani invisibili che mi attraversavano e mi accendevano.
Nessuno sapeva chi ero davvero. Nessuno immaginava che fossi una escort. Ma era proprio questo a eccitarmi…Sapere di essere lì per godere e far godere, anche solo con uno sguardo.

Il Teatro Massimo si stagliava davanti a me come un colosso seducente,Illuminato, imponente, vibrante.
Entrai come si entra in un boudoir: consapevole, pronta, lucida.
Mi tolsi lo scialle, lasciai che il mio corpo parlasse attraverso il vestito.
Nessuno sapeva che non indossavo nulla sotto. Nessuno, eppure… forse qualcuno lo intuiva.

Il calore tra le gambe cresceva. Ogni passo faceva sfiorare il tessuto sulla pelle nuda, un tocco continuo, come dita leggere. Seduta al bar per sorseggiare un prosecco osservavo gli uomini con le loro giacche eleganti, le cravatte tirate, gli sguardi che cercavano. Alcuni ricevevano da me un piccolo premio: uno sguardo languido, un sorriso appena accennato, una promessa mai pronunciata.

Lo spettacolo stava per iniziare. Mi accomodai in platea. Alla mia destra un posto vuoto, alla sinistra una coppia anziana. Ma la mia attenzione era altrove: sui palchetti. Alcuni erano chiusi.
E proprio lì si accese un ricordo, vivido, pulsante.

Un altro teatro famosissimo , un altro uomo. In un palco privato, le tende tirate, la Traviata di Verdi. Amo questi inviti: eleganti, colti, carichi di possibilità. Sono gli incontri che preferisco.
Durante il secondo atto, la passione prese il sopravvento.
Carezze, sospiri, mani audaci, labbra che divoravano. Non ci spogliammo del tutto, no — era proprio il rischio, l’improvvisazione, l’ansia sottile di essere scoperti a renderlo così eccitante.
Ero cavalcata dal piacere, con i suoni della scena a mascherare appena i nostri. Forse qualcuno sentì. Forse qualcuno godette insieme a noi, in silenzio.

Avrei voluto che accadesse di nuovo, quella sera.
Immaginavo mani decise che si infilavano sotto il mio abito, dita curiose che esploravano la pelle nuda, bocche impazienti che prendevano senza chiedere.
E io che mi offrivo, senza pudore, nel buio di un palco segreto.

Persa in questi pensieri, fui catturata da uno sguardo.
Un uomo, seduto poco distante, mi osservava apertamente. Accanto a lui, una donna — ma non sembrava importargli.
I nostri occhi si incrociarono. Io sorrisi, poi passai lentamente la lingua sulle labbra, lasciando che il gesto parlasse per me. Un invito. Un segreto sussurrato….

Il mio viaggio a Venezia, la patria del carnevale

Diario di un viaggio a Venezia, la patria del carnevale

Escort a Venezia

Ho sempre avuto un’attrazione speciale per Venezia, città natale di Casanova, patria del Carnevale. Si tratta di un luogo pieno di colori, di sapori, di odori, caratterizzato da un carisma particolare per la presenza dell’acqua , delle gondole. Ha un fascino antico e sempre nuovo, un mondo magico che mi ha sempre rapita. Ho conosciuto questa città in vari periodi della mia vita, da bambina, come fidanzata… Ora cammino per Venezia come un’avventuriera in un “tour”, per la seconda volta, cogliendone in tal modo anche gli aspetti più segreti ed eccitanti.

I miei pensieri

Durante questo viaggio ho avuto l’opportunità di girare per la città tra le affascinanti maschere tradizionali, tra persone venute da tutta Italia e da tutto il mondo per divertirsi e per vivere quel “mondo alla rovescia” che spesso ricerchiamo anche in altri periodi dell’anno. Quando recitiamo o vestiamo i panni di altri è forse il momento in cui riusciamo meglio ad esprimere la vera natura di noi stessi. Il carnevale rappresenta in modo eccellente il mio spirito giocoso, ironico, il mio trasformismo e il mio esibizionismo. In questa occasione ho avuto la possibilità di incontrare molte persone in linea con queste mie caratteristiche e ho vissuto esperienze molto eccitanti.

Il buongiorno si vede dal mattino

Mi sono seduta per fare colazione nell’elegantissimo e storico Caffé Florian. Indossavo il mio costume da pirata, nero e giallo, corto e molto aderente… Gustavo lentamente il mio cappuccino… Il cameriere mi guardava con desiderio senza forse immaginare che potessi essere una escort. Quando mi sono alzata per andare alla toilette ho notato molti sguardi ammirati e curiosi che si posavano sulle mie curve. Dopo ho voluto esplorare la città a bordo di una gondola. E’ stato davvero molto eccitante osservare i canali, le antiche case, gli scorci. Il gondoliere mi guardava incuriosito osservando il mio costume sexy ma non eccessivo… Chissà se ha immaginato che in quel momento sulla sua gondola c’era una escort. Anche i passanti e i turisti mi guardavano con curiosità. Molti mi hanno salutata ammiccando e sorridendo e qualcuno mi ha festeggiata con coriandoli e stelle filanti.

Un caldo pomeriggio veneziano

Più tardi, verso metà pomeriggio, ho avuto un eccitantissimo e indimenticabile incontro con un gondoliere. Davanti ad un ottimo calice di prosecco ci siamo scambiati racconti, segreti e fantasie…..Io ero curiosissima di sapere che tipo di persone incontrasse sulla sua gondola, se avesse avuto esperienze eccitanti o trasgressive, che ruolo avessero le maschere per i veneziani….immaginavo che signore insospettabili vestissero i panni di antiche dame e coprendo il volto raggiungessero il loro amante segreto con la sua complicità… o intrattenessero una tresca anche con lui…..Oppure uomini distinti che, mascherati, gli offrissero un compenso più alto per raggiungere al più presto la loro amata passando per i canali più nascosti, magari dopo che da tempo erano già calate le ombre della sera…

Immersa tra le pagine

Per la serata avevo ricevuto un invito a cena in un ristorante tipico da un distinto signore veneziano, un gentiluomo d’altri tempi. Prima di cena, volendo rendere omaggio alla mia inesauribile curiosità intellettuale, mi ha fatto scoprire un angolo della città che non conoscevo…la famosa libreria Acqua Alta, una delle più belle originali al mondo. Per salvaguardare i moltissimi volumi dall’acqua che entra nel negozio, non ci sono mensole o scaffali ma gondole, canoe barchette e vasche.. Particolarissima è la scala di libri rovinati e destinati al macero che permette la vista sui canali… Il mio sguardo curioso e avido si è posato sui numerosi testi dedicati ai gatti, alle maschere e alle cortigiane, le escort di Venezia di altri tempi.

In gondola per i canali..
Colazione nel famoso caffè Florian

L’ars amandi di Ovidio. L’eterna arte della seduzione

L’ Ars amandi di Ovidio. L’eterna arte della seduzione. 

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L’ Ars amandi (o ars amatoria)   di Ovidio: l’arte eterna della seduzione

La seduzione è molto più di un istinto: è un’arte, un equilibrio di intelligenza, eleganza e passione. Questo lo sapevano bene già nell’antica Roma, dove il poeta Ovidio creò una delle opere più celebri dedicate all’amore: l’Ars Amatoria. In questo poema, Ovidio ci insegna che l’amore e la seduzione non sono solo emozioni, ma abilità che si possono coltivare.

L’“Ars Amatoria” è una guida alla conquista dell’amore, scritta in versi. Divisa in tre libri, l’opera offre consigli sia agli uomini che alle donne su come trovare, conquistare e mantenere vivo il desiderio.

•I primi due libri sono dedicati agli uomini: Ovidio svela i luoghi ideali per trovare una donna, le tecniche per conquistarla e i segreti per mantenerla affascinata nel tempo.

•Il terzo libro, invece, è rivolto alle donne: qui il poeta offre suggerimenti su come valorizzare la propria bellezza, affinare il proprio fascino e trasformarsi in maestre di seduzione.

Anche se scritta oltre duemila anni fa, quest’opera sorprende per la sua modernità. Molti dei consigli di Ovidio rimangono attuali e universali.

 I segreti che rendono l’“Ars Amatoria” così intramontabile e che più mi hanno colpito e che condivido a 360 gradi sono i seguenti:

1.La seduzione è un gioco di intelligenza: Per Ovidio, l’aspetto fisico è importante, ma ciò che conquista davvero è la capacità di affascinare con le parole e con il carattere.

2.La cura del dettaglio: Non si può ignorare l’importanza dell’apparenza. Vestirsi con eleganza, prendersi cura di sé e valorizzare i propri punti di forza sono passi fondamentali per sedurre. Presentarsi in modo pulito, fresco e ordinato fa la differenza. 

3.L’importanza del tempismo: Ogni momento ha la sua magia. Saper cogliere l’attimo giusto per agire o parlare è essenziale per creare connessioni profonde.

4. Mostrare i propri sentimenti è essenziale: chi sa far sentire l’altro speciale e desiderato ha già vinto metà della battaglia. Complimenti, attenzioni e parole affettuose aiutano a creare un legame emotivo ma devono essere sinceri per non risultare forzati. 

Ecco la sincerità mi contraddistingue in questi incontri come in tutti gli aspetti della mia vita perché credo che sia basilare per condividere momenti autentici e profondi, anche se fugaci. 

Ovidio suggerisce addirittura di scrivere lettere d’amore, un’idea che potrebbe essere oggi adattata a  messaggi personalizzati o a piccoli gesti romantici

5. Il mistero: Non rivelare tutto subito. Lasciare qualcosa di inesplorato mantiene vivo l’interesse e rende la seduzione un viaggio, non una meta immediata.

Perché l’Ars Amatoria è ancora attuale?

L’amore e la seduzione sono senza tempo. Anche oggi, l’“Ars Amatoria” ci insegna che l’attrazione non è solo questione di fortuna: è un’arte che si coltiva con intelligenza, pazienza e sensibilità.

Ovidio ci invita a vivere la seduzione come un gioco raffinato, dove ogni gesto, ogni parola e ogni dettaglio contribuiscono a creare qualcosa di unico e speciale.

Conclusione

Rispetto alla frenesia moderna, l’“Ars Amatoria” ci ricorda il valore del corteggiamento e della cura. Sedurre, come diceva Ovidio, non è semplicemente conquistare: è creare un legame che lascia il segno.

Per chi sa apprezzare l’arte dell’amore, l’opera di Ovidio è una fonte di ispirazione eterna.

Perché questo sito

Segretaria 10
Segretaria 21
Voglia di movimento

Ecco finalmente il mio nuovo sito personale, arricchito e ampliato con foto, articoli e nuove idee per evadere, curiosare, divertirmi e far divertire, sognare ed esplorare.

La volontà di realizzare un sito non nasce pertanto da un intento pubblicitario, quanto piuttosto da un desiderio di esprimermi, per permettere a chi legge di conoscere meglio l’animo della persona che incontrerà e far sì che l’incontro sia quanto più possibile autentico e “vero”.

Mi dedico a questi giochi con grande ironia, voglia di divertiemi e di far divertire a 360 gradi. Nella mia vita di tutti i giorni sono una salutista, non bevo alcol, non fumo, mangio sano…questo quindi diciamo che è l’unico mio “vizio”, che a differenza di altri però non va a compromettere il benessere fisico anzi lo amplifica perché rappresenta un antistress ed è rigenerante sia per il corpo e anche per la mente. 

La dimensione ludica per me è fondamentale ed è questo il modo in cui mi piace vivere tali esperienze. Il gioco per essere bello deve avere le sue regole da condividere e rispettare fino in fondo. Nonostante i dubbi, le paure e le perplessità iniziali devo dire che mi sono trovata sempre meglio perché ho imparato ad essere sempre più selettiva e ad accettare un incontro solo con chi ama mettersi un po’ in “gioco”, dire e dare qualcosa di se’, pur nel rispetto della riservatezza. Basta solo un po’ di intelligenza per riuscire a farlo. 

Detesto le persone troppo chiuse o reticenti, che non mi lasciano capire nulla della loro personalità. Evidentemente cercano incontri freddi, veloci e meccanici e quindi non potremmo mai andare d’accordo. Chiaramente rispetto anche chi si relaziona in questo modo ma semplicemente affermo di essere diversa.  Ho spesso riscontrato che quando si crea il giusto feeling si può essere anche più “veri” che nella vita reale, dove siamo spesso costretti ad indossare maschere e a recitare ruoli. Qui si è a nudo con se stessi e con una persona che ascolta senza giudicare. 

Il rispetto delle regole del gioco garantisce la totale riservatezza e quindi ci si può esprimere fisicamente e verbalmente nella più totale libertà. 

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