Firenze è per me molto più di una semplice città da visitare. È una seconda casa. Un luogo in cui torno sempre con piacere, che conosco quasi in ogni angolo e che sento mio profondamente. Ci sono stata in tour per anni, ho vissuto tante esperienze diverse in tante zone belle e centrali, ognuna con la sua atmosfera e i suoi piccoli mondi nascosti. Ma oggi voglio partire dall’ultima esperienza, perché si è sorprendentemente – e meravigliosamente – intrecciata con il mio motto personale, quello che ho scelto per rappresentarmi: “Chi vuol esser lieto sia, di doman non v’è certezza”, le parole di Lorenzo il Magnifico.
Firenze mi incanta ogni volta. Amo lo spirito scanzonato e goliardico dei fiorentini, la loro capacità di vivere con ironia e stile. Riescono a rendere ogni situazione un piccolo sketch teatrale, con quell’umorismo acuto che ti spiazza e ti conquista. È uno dei motivi per cui mi sento così in sintonia con questa città: mi riconosco in quel modo leggero ma profondo di affrontare la vita.
Ma Firenze è anche eleganza pura. Non una raffinatezza ostentata, ma qualcosa che si respira nei gesti, nei dettagli, nel modo di vestire, nel parlare, nel vivere. Passeggiare tra le sue vie è come sfogliare le pagine di un libro d’arte: palazzi rinascimentali, scorci che sembrano dipinti, luci calde che al tramonto avvolgono tutto in un’atmosfera dorata. Ogni volta che cammino per il centro, mi sento parte di un’opera d’arte in movimento.
E poi, ovviamente, c’è il cibo. La cucina fiorentina è un piacere per il palato e per l’anima. Mi piace scoprire trattorie nascoste, osterie autentiche, ristoranti dove il tempo sembra essersi fermato. La bistecca alla fiorentina, la ribollita, i crostini… sono piatti che raccontano una tradizione sincera e saporita, e ogni morso è un piccolo ritorno a casa. Mi piace gustarli in compagnia, condividere una bottiglia di vino rosso toscano e lasciarmi andare a chiacchiere lente, risate, sguardi.
Ma torniamo a questa ultima esperienza. Dopo un incontro fantasioso e bollente vissuto nella tarda mattinata, una persona durante il pranzo in un posto elegante informa del fatto che il Cinema Teatro Odeon, un posto che conoscevo ma dove non mettevo piede da anni, era stato sapientemente ristrutturato e che meritava una visita.E come al solito ,nella migliore delle mie tradizioni,appena possibile colgo l’attimo e lo vado a vedere in un momento libero che mi sono sono ritagliata nel tardo pomeriggio. Appena entrata subito mi colpisce .Salendo, mi sono ritrovata davanti al sipario, e lì ho letto la frase che mi ha tolto il fiato: “Chi vuol esser lieto sia, di doman non v’è certezza.” Esattamente il mio motto,ripreso da Lorenzo il Magnifico. Una meravigliosa coincidenza, che mi ha dato i brividi. Come se in quel momento Firenze mi stesse parlando direttamente, dicendomi: “Sì, sei nel posto giusto e come puoi vedere io mi rispecchio nella tua mente e nel tuo cuore,la penso proprio come te “
Non ho potuto trattenermi a lungo quella sera. Dovevo rientrare: una persona mi stava aspettando per un nuovo gioco in cui avrei interpretato una cameriera maliziosa pronta a sedurre il suo affascinante signore per poi invertire il ruolo e dirigere lei la danza del piacere . L’ attrazione verso quel luogo è rimasta fortissima. Il fascino non era solo nel teatro, ma anche nella libreria annessa. Mi ero soffermata a guardare gli ultimi titoli sugli scaffali, a toccare le copertine, a lasciarmi ispirare. Mi immaginavo già lì in una prossima occasione, invitata a una serata speciale. Mi vedevo entrare con un tubino nero aderente, sotto il quale avrei indossato solo autoreggenti, senza mutandine, pronta a vivere una serata elegante e sensuale.
Avrei iniziato sfiorando lentamente i libri, cercando un titolo evocativo, intrigante. Magari un romanzo denso di sottintesi, di suggestioni. Poi, una volta scelta l’opera, mi sarei accomodata in sala, in quel contesto meraviglioso, con le luci soffuse, gli stucchi, la storia tutt’intorno. Accanto a me, qualcuno di complice, pronto a sfiorarmi timidamente, poi sempre meno timidamente, mentre scorrevano le immagini sullo schermo. Una carezza, un respiro, uno scambio silenzioso. E intanto, sopra di noi, proiettato in alto, il mio motto: “Chi vuol esser lieto sia”… quasi a benedire quella serata.
Mi sono portata via quella scena nella mente, come un piccolo sogno da realizzare presto. Perché Firenze, per me, è anche questo: una città che stimola i sensi, la fantasia, i desideri. Una città dove si può vivere il bello in tutte le sue sfumature, senza filtri.
Per me Firenze non è solo un luogo fisico. È una vibrazione dell’anima. È dove mi sento me stessa, accolta e ispirata.
E quindi sì, chi vuol esser lieto sia. E io a Firenze, lieta, lo sono davvero.