Nel buio di un palco segreto tra le braccia calde della Sicilia

 

La mia passione per la cultura, l’arte e lo spettacolo mi spinge spesso a viaggiare, alla ricerca di nuovi stimoli e avventure. Il mio viaggio a Palermo era perfetto per unire l’utile al dilettevole: tre giorni di pausa dal lavoro per godermi appieno il clima, i colori, gli odori, i sapori, la bellezza e il calore umano della città e dei suoi abitanti.
La Sicilia è la mia isola del piacere, il mio rifugio di meraviglia e desiderio. La amo in modo viscerale, come si ama un corpo che si conosce bene, ma che riesce sempre a sorprendere.

Avevo già respirato la sua anima a Catania, con il nero vivo delle pietre laviche che raccontano la potenza dell’Etna. Non dimenticherò mai le emozioni che mi suscitò quel vulcano, così come anche il Vesuvio. Sarà per il mio animo inquieto e incandescente al tempo stesso ..ma i vulcani mi hanno sempre lasciato un segno indelebile.
Ad Agrigento avevo camminato tra le colonne della Valle dei Templi, baciata dal sole che filtrava tra i resti immortali dell’antica Grecia: Hera, Zeus, Eracle… ogni rovina vibrava come se fosse viva.
A Taormina, invece, mi ero lasciata sedurre dalla magia del Teatro Antico, sospeso tra cielo e mare: l’Etna sullo sfondo e io, al centro della scena spettatrice e protagonista insieme .E ancora Siracusa,gli spettacoli al teatro greco,Marzanemi e i suoi pescatori ,Ragusa ,Noto ….
Ora a Palermo la primavera era alle porte .Io camminavo per le vie e sguardi indiscreti si posavano su di me: ero io la loro cortigiana segreta, la loro ossessione notturna; colei che li attendeva tra cuscini e gemiti, nascosta agli occhi del mondo ma impressa nei loro pensieri.

Era la mia seconda esperienza a Palermo.La prima volta era stato alcuni anni prima in una calda estate. In quella occasione avevo il ruolo di dolce e trasgressiva accompagnatrice, ora una libera avventuriera. Decisi di non lasciarmi sfuggire l’occasione di andare a vedere uno spettacolo al teatro Massimo. In realtà ogni volta che visito una città cerco sempre di esplorarne anche i teatri, meglio ancora se ci sono spettacoli. Devo dire che ho già avuto la fortuna di visitare i più famosi teatri d’Italia e d’Europa. Devo questa passione ad una educazione familiare coltivata poi anche nei miei studi e nelle mie esperienze successive. Anni fa avevo visitato il teatro Massimo di Palermo di giorno e ora finalmente avevo l’opportunità di entrarci di sera e chiaramente come nella migliore delle tradizioni per me ho “colto l’attimo “.
Era uno spettacolo non molto attrattivo in quanto allestito da dilettanti ma questo aveva poca importanza poiché ogni mia serata a teatro riesce a diventare un rito erotico ..

Scelsi con cura il mio abito. Nero, raffinato e aderente… e con una scollatura che lasciava poco all’immaginazione ; ai piedi , tacchi neri altissimi ; sulle labbra un rosso fuoco.
Guardandomi allo specchio, un brivido mi percorse la schiena. Quel vestito meritava un segreto. Così decisi di non indossare nulla sotto. Volevo sentire tutto: il contatto, la tensione, l’aria sulla pelle nuda.

Con uno scialle bianco appena poggiato sulle spalle, uscii. Camminando verso il teatro, sentivo gli sguardi aderirmi addosso come mani invisibili che mi attraversavano e mi accendevano.
Nessuno sapeva chi ero davvero. Nessuno immaginava che fossi una escort. Ma era proprio questo a eccitarmi…Sapere di essere lì per godere e far godere, anche solo con uno sguardo.

Il Teatro Massimo si stagliava davanti a me come un colosso seducente,Illuminato, imponente, vibrante.
Entrai come si entra in un boudoir: consapevole, pronta, lucida.
Mi tolsi lo scialle, lasciai che il mio corpo parlasse attraverso il vestito.
Nessuno sapeva che non indossavo nulla sotto. Nessuno, eppure… forse qualcuno lo intuiva.

Il calore tra le gambe cresceva. Ogni passo faceva sfiorare il tessuto sulla pelle nuda, un tocco continuo, come dita leggere. Seduta al bar per sorseggiare un prosecco osservavo gli uomini con le loro giacche eleganti, le cravatte tirate, gli sguardi che cercavano. Alcuni ricevevano da me un piccolo premio: uno sguardo languido, un sorriso appena accennato, una promessa mai pronunciata.

Lo spettacolo stava per iniziare. Mi accomodai in platea. Alla mia destra un posto vuoto, alla sinistra una coppia anziana. Ma la mia attenzione era altrove: sui palchetti. Alcuni erano chiusi.
E proprio lì si accese un ricordo, vivido, pulsante.

Un altro teatro famosissimo , un altro uomo. In un palco privato, le tende tirate, la Traviata di Verdi. Amo questi inviti: eleganti, colti, carichi di possibilità. Sono gli incontri che preferisco.
Durante il secondo atto, la passione prese il sopravvento.
Carezze, sospiri, mani audaci, labbra che divoravano. Non ci spogliammo del tutto, no — era proprio il rischio, l’improvvisazione, l’ansia sottile di essere scoperti a renderlo così eccitante.
Ero cavalcata dal piacere, con i suoni della scena a mascherare appena i nostri. Forse qualcuno sentì. Forse qualcuno godette insieme a noi, in silenzio.

Avrei voluto che accadesse di nuovo, quella sera.
Immaginavo mani decise che si infilavano sotto il mio abito, dita curiose che esploravano la pelle nuda, bocche impazienti che prendevano senza chiedere.
E io che mi offrivo, senza pudore, nel buio di un palco segreto.

Persa in questi pensieri, fui catturata da uno sguardo.
Un uomo, seduto poco distante, mi osservava apertamente. Accanto a lui, una donna — ma non sembrava importargli.
I nostri occhi si incrociarono. Io sorrisi, poi passai lentamente la lingua sulle labbra, lasciando che il gesto parlasse per me. Un invito. Un segreto sussurrato….

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